Le serie TV Netflix fanno riscoprire i videogiochi, e la stampa di settore muta. Da quando è uscito The Witcher su Netflix, non si parla d’altro. La serie con l’Uomo d’acciaio nei panni di Geralt sta avendo un successo abissale, nonostante le critiche. Critiche che arrivano sopratutto da chi non ha ancora capito che la serie sta adattando i libri di Sapkowski e non i giochi di CD Projekt Red. Ok che tutti volevamo masturbarci sulla rossa Triss (non aggiungo Yen perché a mio avviso l’attrice che la interpreta è comunque tanta roba), ma usciamo dall’ideologia che ci siamo creati colpa della serie di videogiochi. Anche perché, volendo, ci sono le cosplayer se vogliamo divertirci con la signorina Merigold.
Comunque, The Witcher sbarca su Netflix ed è sulla bocca di chiunque. Lo avreste mai detto, che Netflix fa vendere i videogiochi? Gente che non conosce minimamente Geralt ne parla in continuazione, sento gente cantare a squarciagola “Dona un soldo al tuo Witcher” non sapendo nemmeno chi fosse Ranuncolo fino al giorno prima. Badate, non sono lamentele. Anzi! Perché critiche o meno, la serie ha colto direttamente nel segno. Far parlare di se e schizzare in cima ai numeri streaming, scalzando anche The Mandalorian (che non è ancora stato distribuito in tutto il mondo ma è comunque un dato impressionante). Geralt arriva su Netflix ed è subito 2015 per il gioco. Boom di vendite, ai livelli del Day One. Gente che compra The Witcher 3 a manetta, picchi di utenza visti solo nei primi mesi della release. Su YouTube è tornato di moda all’improvviso, è di nuovo di tendenza. Che cazzo sta succedendo? Semplicemente, Netflix sta riuscendo dove stanno fallendo le recensioni, vendere videogiochi. No: far riscoprire i videogiochi attraverso le sue serie TV. Tra l’altro, l’avevamo anche già annunciato in tempi non sospetti che le recensioni non hanno così tanto potere da spostare fette di mercato.
Tra l’altro questo ci porta anche a pensare ci conferma che tutti sti cazzo di wall of text che la critica videoludica 1.0 si ostina a fare non servono ad una minchia e ciò che la gente vuole è contenuto visivo. Che siano gameplay, che siano demo (per quanto odiate da tutti i dev) o anche elementi collaterali come appunto una serie Tv o un film. Cosa che magari potremmo notare se si decidessero a mettere in produzione stammerda di film di Uncharted che sta passando di mano in mano.
Magari analizzando le vendite dell’ultima avventura di Nathan Drake dopo l’uscita del film, potremmo ufficializzare il tutto. Non che ce ne sia bisogno, a mio avviso. Chissà, magari MicroSoft si starà mangiando le mani per non aver sfruttato in maniera adeguata tutto il progetto Quantum Break. Quel che è certo è che film e serie tv fanno riscoprire i videogiochi, e mi aspetto che ‘sta cosa venga monetizzata in massa.
Questo articolo è frutto dell'iniziativa Crowdsourcing sovversivo di Gameromancer. Che è 'sta cosa?