Non per partito preso, sia chiaro, ma semplicemente perché il dover giocare contro o con qualcuno mi mette addosso l’ansia da prestazione, specie se bisogna cooperare come un team. E poco cambia se questo team sia composto da perfetti sconosciuti o da amicə che conosco da una vita, io vado nel pallone.
Colgo l’occasione per salutare i miei ex compagni di clan in CoD e tutti gli sciagurati che hanno avuto il dispiacere di trovarmi come compagno di squadra in Smite. Avreste potuto evitare di insultare così pesantemente mia madre, ma un po’ vi capisco
Tutto questo scrivervi dei miei disagi è solo per dirvi quanto io possa essere prevenuto nei confronti di un titolo concepito solo ed esclusivamente per il PVP, per giunta online.
Ma del maiale non si butta via nulla, quindi un po’ per noia un po’ perché non avevo voglia di macinare nulla del mio backlog accedo al PSN, riscatto Meet Your Maker dal Plus e lo avvio.
La “trama” del titolo è quanto di più semplice possa esistere: il mondo sta finendo, l’umanità si sta estinguendo ed il destino della sua sua sopravvivenza è nelle mani delle Chimere, degli organismi in vasca che risiedono nei Santuari insieme ai loro Consiglieri. Noi impersoniamo La Custode, ed il nostro compito è assaltare gli avamposti delle sue colleghe per trafugare il GenMat, il materiale genetico che servirà a potenziare la Chimera ed i suoi Consiglieri che ci venderanno gli upgrade. E FINE.
Né più né meno. Semplice e conciso.
Accedo al centro di comando, scelgo un avamposto dalla lista che indica grandezza e difficoltà dello stesso e nickname dell’utente che lo ha creato (nel caso vogliate sapere chi mandare affanculo mentre morite) ed inizio ad assaltarlo.
Manco a specificarlo ci crepo una marea di volte. Una volta per colpa di una sparachiodi, un’altra perché vengo infilzato, un’altra ancora perché un lanciafiamme che non avevo individuato e neutralizzato mi arrostisce il culo proprio davanti all’uscita.
Mi incazzo, maledico lə stronzə infame e la sua fantasia che avevano partorito l’incubo labirintico e mortale che mi stava tirando scemo, ma inizio a memorizzare la posizione delle insidie che avevano piazzato tra me ed il mio obiettivo.
Alla fine trafugo il GenMat, fuggo vittorioso da quella trappola mortale, torno al Santuario e seleziono un altro avamposto dalla lista. In un loop automatico e meccanico.
Ma dopo poche ore di assalti alle fortezze avversarie la Chimera mi da l’accesso ad una nuova voce del Centro operativo. E da questo momento posso creare i MIEI avamposti.
Il tutorial mi spiega come piazzare muri, trappole e insidie, e nella mia testa iniziano a muoversi gli ingranaggi.
Attivo l’avamposto e torno al Santuario per affrontare altre prove, stavolta col pensiero che piano piano regolerò i conti.
Dopo qualche assalto al mio ritorno al Santuario la Chimera mi parla.
Vendetta. Cazzo si. Il mio labirinto letale funzionava e stava riequilibrando la bilancia karmica. E non soddisfatto di aver mietuto le vite di chi si era addentrato in esso sono pure andato a vedermi i replay dei loro tentativi falliti. Perché si, c’è pure la funzione di salvataggio dei video degli assalti agli avamposti, sia tuoi che di chi affronta le mappe di tua creazione. Un posto in prima fila per uno spettacolo di voyeurismo sadico ed autocelebrativo.
Meet Your Maker è un titolo crudele nella sua semplicità, una sfida tutti contro tutti per vedere chi mette più in difficoltà gli altri creando il livello più letale possibile in una Battle Royal di cervelli e creatività. Un po’ come Mario Maker, ma con più sangue.