…Tipo quando ti rendi conto che stai guardando una cosa che in realtà ti ha preso per il culo per tutto il tempo. Sarà un refuso dei tentativi falliti di abbordaggio alle donne, non so. Fatto sta che mi sono trovato spesso a cercare film che mi facessero esplodere la testa per dei colpi di scena non telefonati. Tutto questo per arrivare a dire che La Valle delle Stelle, questo piccolo, straniero, gioco indie mobile, ci sono almeno due twist che non mi aspettavo che mi hanno fatto rimanere stronzo. Ed è la cosa più bella dell’intero gioco. Oh, per la cronaca, lo sviluppatore è Paolo Rossini.
Non so se avete mai sentito parlare di lui, ma sono sicuro che avete sentito PARLARE LUI.
Niente racconti, niente preamboli, niente intro. Ti ritrovi semplicemente in un luogo straniero con due persone altrettanto estranee davanti. Liam e Maria, due esseri di cui non sappiamo un emerito cazzo, tranne che vogliono arrivare in una fantomatica “Valle delle stelle”. Forse intendono il ristorante a Belmonte in Sabina. Magari, semplicemente, il loro obiettivo è accoppiarsi in maniera romantica. In questo scenario alieno cominciamo a muovere i passi, scoprendo le prime meccaniche e conoscendo i primi abitanti del luogo. Gente strana.
Paolo mi ha sorpreso. Lo ammetto. Mi ha lasciato stronzo quando mi ha fatto scoprire il background dei due protagonisti (tra l’altro adoro Liam) e in quel finale così “CHE CAZZO STO VEDENDO?”. Anche perché, sinceramente, l’ho trovato veramente estraniante. Non te lo aspetti possa andare così. Mi sono sentito uno straniero in qualcosa che pensavo di sapere. E questo finale aggiunge anche un tocco di classe all’esperienza: ti lascia un messaggio attuale e fondamentale. Un messaggio che troppo spesso trattiamo con superficialità. Il difetto più grande di quel finale, è il modo in cui ci si arriva. Fin troppo frettoloso il punto finale. Inaspettato, sì, ma in questo modo ti pare quasi sia stato forzato, come se bisognava arrivarci in ogni modo ma era finito il tempo a disposizione.
Rossini non nasce come sviluppatore, ma il suo approccio al nostro medium preferito è ludicamente molto valido. Unica pecca, forse, l’utilizzo dell’inventario. Per trascinare gli oggetti dal bordo alto dello schermo del mio iPhone ho bestemmiato ogni santo, visto che si apriva il centro notifiche.
Il gioco dura poco, ma probabilmente l’intento di Paolo era quello per sondare l’interesse del pubblico. Infatti al termine dei titoli di coda, il dev ci dice chiaramente che in caso di successo del primo capitolo, la storia si evolverà in altri 3 episodi. La cosa ha tutto il senso del mondo, per carità, ma probabilmente avrebbe avuto più feedback da un rilascio episodico con il primo episodio gratis, che è un po quello che ormai succede nel settore. Ma è anche ovvio che non si può chiedere ad un unica persona di accollarsi il costo di un gioco, per quanto breve, senza guadagnarci nulla.
Insomma, fate i fenomeni dicendo “IO SUPPORTO IL GAMING E I PICCOLI SVILUPPATORI“? Bene, dimostratelo, che per una settimana potete evitare di drogarvi e dare 5 euro a Paolo Rossini comprando La Valle delle Stelle e giocare qualcosa che li vale pure, quei soldi: rifletterete sulla paura dello straniero.
Questo articolo è frutto dell'iniziativa Crowdsourcing sovversivo di Gameromancer. Che è 'sta cosa?