Tutti, a modo loro e in forma diversa, parlano di lutto, di elaborazione, e delle ormai note cinque fasi. Sono tutti titoli stra-consigliati: ti portano nel loro racconto interattivo e tu ti immedesimi nelle vicende narrate. Le vivi in prima persona. Del resto, è quella la caratteristica principale del gioco, no? Non può esistere senza noi che giochiamo.
Negli anni ho vissuto tante emozioni e situazioni che mai avrei pensato.
Spiegare al me bambino di sette anni, mentre giocava a Crash Bandicoot 2, che venticinque anni più tardi avrebbe parlato di lutto con e attraverso i videogiochi sarebbe semplicemente impossibile.
Al tempo non avevo ancora perso nessuno.
Oggi le cose sono ovviamente diverse.
Ho scoperto — non che ci volesse molto — che per quanto possiamo nobilitare la game culture, il media, l’opera d’arte, il videogioco tutto e il racconto che se ne fa, non sarai MAI pronto a vivere fuori dallo schermo il lutto.
Ho capito che, quando gioco, la versione di me dedicata al virtuale non è così capace di trasferire le conoscenze e le esperienze vissute al mio io che cammina in quella che definiamo realtà.
Aver giocato titoli che affrontano la perdita, il lutto e la sua elaborazione non mi ha minimamente preparato ad affrontarlo nella vita reale.
Un giorno il telefono squilla, e tutto cambia nel giro di qualche istante.
Il 3 luglio ho perso mio zio in modo abbastanza tragico: un brutto incidente.
Lui non giocava. Lui la sua vita la viveva nel mondo fisico.
Se giravi il mappamondo e puntavi il dito a caso, c’erano altissime probabilità che ci fosse stato.
Era un viaggiatore. Ed è morto in viaggio, facendo quello che amava. E se è vero che prima di morire rivedi tutta la tua vita, beh… lui si sarà visto passare davanti agli occhi tutto il mondo, in pratica.
Forse i videogiochi non ti insegnano niente, forse nemmeno la vita sa insegnarti quanto la perdita. Ma una cosa in più adesso la so.
Non c’è il tasto continua.
Eppure, l’unica cosa che possiamo fare è andare avanti. Continuare.
Questo articolo è frutto dell'iniziativa Crowdsourcing sovversivo di Gameromancer. Che è 'sta cosa?