Che parole importanti: “reale” contro “virtuale”, importanza del digitale nella società odierna. Tutte frasi che sottintendono una verità imprescindibile e sotto gli occhi di tutti: del digitale non possiamo più fare a meno. Per questo si creano scontri, unioni, fazioni ribelli e imperi a difesa dei confini del cyberspazio. Una guerra prevalentemente generazionale che è riuscita a sfociare anche nel nuovo decennio, e che non accenna a concludersi. Ciò che voglio dirvi, oltre che invitarvi a sentire la puntata per capire l’importanza del progetto di Digitabilis, è che mi sembra assurdo che nel 2020 ancora non si sia trovato un punto d’incontro tra due ideologie in conflitto. Porca puttana, sta storia del reale contro il virtuale pure Ciao Darwin l’ha portata sugli schermi di quell’ammasso di spazzatura che è la televisione italiana. Ma vogliamo darci una svegliata?
E no, non parlo solo dei vecchi che borbottano perché ai loro tempi bonificavano le paludi con il cazzo, invece di stare davanti al computer, ma parlo soprattutto dei giovani, che non solo non capiscono l’importanza di avvicinarsi passo dopo passo alle vecchie generazioni per farli entrare con delicatezza in questo mondo, ma o si aggregano a loro con frasi del tipo: “eh ma io una persona non posso conoscerla online, non ci posso essere amico, gne gne” (mio dio le sprangate sul pomo d’Adamo); o mettono un muro divisorio additandoli come ignoranti e incapaci.
Siamo dei pezzi di merda, e questo è ovvio, ma così è troppo. Già sta guerra è inutile, così non la vinciamo sul serio. Odio dover ogni cazzo di volta citare Death Stranding, ma quel pazzo nipponico ha capito tutto: la sua rete chirale è il filo che collega ognuno di noi già adesso. Non c’è bisogno di un apocalisse con feti, ombre nere e spiagge. Ok, sì, di spiagge ce ne sono tante su internet, per diversi motivi, anche molto interessanti… Ma non divaghiamo… Il punto è che non abbiamo bisogno di quelle cose, perché siamo già interconnessi e possiamo scambiarci informazioni in un attimo, imparare, e sì, anche fare amicizia. E ditemi che non è questo il più grande potere che la rete ci ha donato.
Come noi, anche chi è più grande di noi può capire l’importanza di questi mezzi. Vi giuro, possono imparare. Prendete vostro nonno e provate a spiegargli con la luce negli occhi che avete conosciuto delle persone splendide online. Ragazzi come voi che vi hanno fatto sentire a casa anche a chilometri di distanza. Diteglielo con la stessa passione e forza che usate per criticare i cazzo di giochini che vi piacciono tanto, o attaccare il sito di turno con la convinzione che un suo voto, alto o basso, cambi le sorti del commercio globale.
Io con il mio l’ho fatto e sta ancora lì a sorridere perché ha ricordi uguali ai miei, anche se di un epoca molto lontana. Questo a dimostrazione che non esiste nessuna cazzo di sfida reale contro virtuale. Nessuna differenza. Perché entrambe le verità non sono che proiezioni tangibili di emozioni e ricordi della nostra vita. Entrambe sono condizionate dal tempo. Entrambe fanno parte di una storia unica e personale.