Viviamo un medium che viaggia pedal-to-the-metal in direzione futuro, e non c’è nessun modo per arrestarlo. Nemmeno sparandogli, nemmeno relegandolo ai margini della Res Publica a botte di headline sui quotidiani e interrogazioni parlamentari si è riusciti a impedire al videogioco di diventare la cosa più fica che sia mai stata concepita dall’essere umano. La summa di tutte le arti, delle nostre culture, di tutto quello che siamo mai riusciti a inventarci e inventeremo.
DOOM è lo spirito degli anni ‘90, un fenomeno culturale che ha permesso a John Romero di renderci tuttə le sue puttane molto più di quanto Daikatana potesse mai sperare di fare. The Witcher 3 è quello degli ultimi anni ‘10 e dei primi nuovi anni ‘20, perché il segno che ha lasciato nel videogioco di oggi è molto più evidente di quello tracciato da Breath of the Wild, e paradossalmente è più vicino di lui a Ocarina of Time (lo zeitgeist di N64 che spesso e volentieri ancora aleggia sul medium come un fantasma infestante).