È quel momento dell’anno dove la domanda di rito che segue a ruota “cosa fai a capodanno?” riguarda quello che ti aspetti dall’anno che verrà. In particolare quello che ti aspetti dopo che diversi anni che dovevano venire sono arrivati uno dopo l’altro, uno così dannatamente simile all’altro.
Un anno fa Microsoft comprava Activision promettendo di cambiare tutto. 365 giorni dopo l’acquisizione si deve ancora fare, Bobby Kotick è ancora lì a fare il cosplay del Mostro di Firenze ed è venuto fuori che pure in Bethesda (o meglio, in id Software) le persone vengono trattate di merda, per informazioni chiedere a Mick Gordon. Ah, se ni’ mondo esistesse un po’ di bene…
Un anno fa PS5 era fottutamente introvabile e in parallelo Jim Ryan continuava ad accumulare cazzate su cazzate a livello comunicativo. L’upgrade è a pagamento, ma aspetta avevate detto che è gratis, ok è gratis ma solo per ‘sta volta e via avanti così. Oggi Aloy è un placeholder solo finché non c’è da parlare di aborto e la gestione di PlayStation continua ad essere una chiavica. Ah, sì, è cambiata una cosa in effetti: a noi europei costa 50€ di più. Sempre se la trovi – è più facile, ma mica tanto più facile visto che le danno via solo in bundle.
Un anno fa ci lamentavamo dell’annata di transizione pad alla mano. Quest’anno è andata allo stesso modo, solo senza i Returnal e senza manco gli Inscryption. Però con Stray che alza il premio Best Indie.
L’unica cosa che è cambiata nel grande dibattito attorno ai giochini è che adesso per contattare la redazione di Eurogamer serve una tavola ouija.
Per il resto i problemi sono gli stessi dell’anno scorso. Flexiamo ancora le corse per fare le recensioni per tempo in un mercato dove lə sviluppatorə denunciano il crunch. Scriviamo testi intercambiabili sulla base dei trend come faranno le IA l’anno prossimo. Iniziamo guerre tra poveri nella speranza che dopo qualche kill si sblocchino le ricompense come in Call of Duty, e puntualmente al massimo si è impoverito il discorso.
