DLC #51: L’orgia di SeaRing
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SeaRing è quel prodotto che prima non vuoi giocare e poi non riesci a staccarti.

Ma sì, è tipo Undertale no? Tutti uguali ormai. Tutto un enorme calderone in cui buttare qualsiasi cosa sia un attimo strana e con frasi depresse. Omori? Undertale. Everhood? Undertale. SeaRing… In effetti SeaRing ha tanto di Undertale… Però, al contrario di quanto sicuramente alcuni pensino, non è per niente una cosa negativa.

SeaRing segue il solco tracciato da Toby Fox,ok, ma già solo con la demo si percepisce la sua identità. E’ e rimane un gioco di genere, ma a meno di gente che ha subito cure Inca per le malattie mentali (aka la lobotomia), questa tipologia di prodotto è qualcosa da preservare e da sponsorizzare. Soprattutto se si respira nel titolo quel puzzle di emozioni tipico di gruppi di persone distanti e legati in qualche modo dal tempo.

Perché sì, SeaRing è il bacino d'acqua in cui si specchiano i suoi creatori

E io non mi ero minimamente accorto di quella sottile linea rossa che già nella demo collega tutti i personaggi. Mi sono reso conto di questa sotto trama, forse non voluta, parlando direttamente con loro in podcast. Quel conoscersi da piccoli su un forum, dividersi, prendere delle strade diverse ma a loro modo perfettamente incastrate le une con le altre. Dopo anni si sono ritrovati e hanno gettato tutto dentro SeaRing. Una Neshville del videogioco.

Con questo non voglio assolutamente dire che SeaRing è un capolavoro, anzi. Sono 30 cazzo di minuti di demo, figurarsi se ho le capacità critiche e mentali di capire bene cosa cazzo ho davanti. Il titolo ha ancora tutto il tempo di diventare una merda e su questo non ci piove. Solo per provare, però, io direi che la demo gratis potete anche scaricarla. Alla fine è un tasto, proprio come l’unico tasto utile in tutto SeaRing.

E poi, diciamocela tutta: hanno messo il tutorial sulla spiaggia. Vi siete fatti le seghe su Dark Souls che non ha tutorial miodiomammachefigata, avete tutti i presupposti per dargli una chance; anche solo per sentire la principessa dei mari che chiama il padre, il suo volerla aiutare ma non troppo, il loro legame unico trasformato in meccanica ludica.

Se non vi ho convinto con quest’ultima frase, ascoltate la puntata, sono sicuro che le parole di chi il gioco l’ha creato saranno più che sufficienti…

… altrimenti blbllubblub blub.

Ne vuoi ancora? Nessun problema...