DLC #49: La Marcia su Kuma
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KUMA è un punto d’inizio per una critica che funziona davvero. Se riuscissimo ad andare oltre i nomi.

Sono stato al Zagarolo Game City, evento culturale organizzato da Lazio Innova in collaborazione con Stay Nerd e altre cose che sono troppo pigro per citare. E vi dico che per una volta sono contento di pagare le tasse. Cazzo se è stato bello. Panel interessanti con gente che i videogiochi li fa e che ha voglia di parlare con le persone. Nessuna coccarda, nessun sorriso di circostanza. Discussione sui e intorno ai videogiochi con ad aprire KUMA e a chiudere una mostra su Spinch.

E sono proprio queste due la cornice perfetta per racchiudere lo spirito di un evento del genere

Da una parte una mostra che consapevole di parlare di un videogioco, estrapola la sua arte per trasportarla su media più fisici. Dimostrando come il videogioco non parli solo dentro lo schermo, ma anche con tutte le opere collaterali che circondano e completano il prodotto. Erano sbagliate le luci della sala, ma alla fine anche sti cazzi.

Dall’altra una rivista che marcia in testa ad una game critic fatta di informazioni spicciole, di “idee” per tutti cotte e mangiate, e di rumor che riportiamo per dovere di cronaca e poi diventano l’appiglio per attaccare il pubblico che ci crede.

KUMA è la dimostrazione che una critica diversa può esistere. Bella o brutta che sia eh, perché a me la rivista è piaciuta, ma per qualcun altro potrebbe tranquillamente essere una merda. Ma quella rivista è un segno tangibile di qualcosa di nuovo, di qualcosa che permane oltre le due settimane sulla SERP di Google.

Se solo smettessimo di beccarci in testa mettendo la faccia da pacifisti del cazzo, forse KUMA non sarebbe un caso isolato.

Forse, e dico forse, su idee come KUMA potrebbero lavorare più teste, con idee diverse, di redazioni diverse.

Ne vuoi ancora? Nessun problema...