Anno 1999. Le macchine stanno miseramente perdendo la guerra contro gli umani, guidati dal capo della Ribellione John Iacullhonnor. I ribelli sono semplicemente troppo forti, troppo avvezzi alla difficoltà e troppo cresciuti a pane e Ninja Gaiden. Sono dei cazzo di pro, in sostanza, e uccidono le Macchine in 360 no scope headshot — o meglio, il suo equivalente fine anni ’90: avere in tasca giusto quelle 200 lire necessarie per comprarsi una vita nel cabinato di Tekken 3 in spiaggia e finirci tutta la modalità arcade. ‘Che il reddito di cittadinanza devono ancora inventarlo. Il ricordo dell’Era delle Sale Giochi è ancora troppo forte, l’attitudine arcade è ancora parte integrante del loro DNA: non c’è speranza di vittoria per le macchine. In un ultimo atto disperato Skynet, prima di essere disattivata per sempre, manda nel 2019 il suo più diabolico ed efferato figlio: Crash Team Racing.
I ciechi e l’elefante Un certo numero di ciechi inizia a palpare un elefante per capire che bestia sia. Solo che avendolo palpato in parti anatomiche diverse, ognuno si costruisce la sua verità. Dio, quante ne sanno i buddisti.
Ma almeno, ‘sto Crash Team Racing Nitro-Fueled arrivato dal passato, è fico? Skynet ha fatto un buon lavoro e posso dimenticarmi che Activision è una zaibatsu che per soldi mi profilerebbe pure il buco del culo, oppure devo aprire la mia bacheca di Facebook e scrivere qualche stato sul vilipendio della mia infanzia deturpata per sempre da una zaibatsu che per soldi mi profilerebbe pure il buco del culo? La risposta è un sincero “boh”. Un paio di anni fa, alla uscita della N.Sane Trilogy di Crash, su I Love Videogames mi ero dato un tono paragonandola alla parabola buddista de I ciechi e l’elefante. Perché in generale queste operazioni si possono valutare sotto una marea di punti di vista diversi, arrivando a conclusioni diametralmente opposte ma allo stesso tempo tutte valide. Questa volta è quasi la stessa cosa, perché dal punto di vista del remake pedissequo di un gioco del ’99 il lavoro è fedele fin dove serve, tenendo tutto ciò che era essenziale così come ce lo ricordavamo e tagliando le parti rotte e dannose del gioco. E la bestemmia di Cortex in italiano, ma è un’altra storia. Pad alla mano ci sono un paio di trovate che modernizzano il tutto, da uno schema di comandi 2.0 dove non si accelera con X ma usando l’ormai più tradizionale R2 – succhiamelo, Mario Kart – affiancato a quello classico fino ad alcune modifiche al turbo e alla derapata del kart, che insaporiscono la ricetta originale. Poi però ci si scontra di faccia contro il substrato di modifiche pensate (da Skynet, chiaro) appositamente per farti bestemmiare, l’IA resa più infame che mai, collisioni ai limiti della sospensione dell’incredulità (che in un gioco arcade di marsupiali che corrono in macchina è un discorso vabbè) e una serie di trucchi da sviluppatore pigro per rendere la campagna single player una sfida tosta. Che non ci sarebbe niente di male, se Crash Team Racing evitasse di sbattertele in faccia, queste pigrazzate atte a favorire in modo videoludicamente scorretto i personaggi controllati dalla CPU. Poi è inevitabile bestemmiare… Cosa che infatti succede puntualmente al nostro Kisu_HM, ex-Romancer e tutt’ora membro del nostro gruppone telegram in cui (a volte) parliamo anche di videogiochi. E condividiamo episodi imbarazzanti pad alla mano: