Ho finito Clair Obscur Expedition 33, e per la prima volta in 33 anni della mia vita, di cui la maggior parte passati a videogiocare, mi sono dovuto fermare, totalmente sconvolto, per prendere una decisione.

Vi avviso che da qui in avanti ci sono spoiler sul finale del gioco. Quindi se non lo avete finito fermatevi ora

Mi sono fermato perché, come detto, avrei dovuto fare una scelta.

Scegliere se rimanere ancorato al passato, ai personaggi con cui ho empatizzato, combattuto e sofferto per oltre 40 ore, oppure scegliere di andare avanti, con la mia vita con quella di Maelle, con quella di Renoir e Aline e in qualche modo anche con quella di Verso.

Il mio IO mi urlava nella testa che Verso aveva ragione.

HA RAGIONE.

Perché se fossimo nel mondo reale non potremmo fare con Aline o Alice e rimanere ancorati al passato. Perché la morte è parte della vita tutti ne facciamo conoscenza prima o poi. E così come nel gioco, a seconda delle situazioni, ci troviamo di fronte la stessa scelta che ci pone davanti Clair Obscur.

Possiamo restare nel dipinto, a crogiolarci nel dolore e nei ricordi, oppure scegliere di andare avanti con la nostra vita, con un pensiero sempre rivolto alla persona cara che è mancata.

Beh, nonostante ciò che la mia testa e la mia ragione, stavano urlando dentro di me, per una volta, visto che dopotutto si tratta di finzione, ho provato a scegliere di non andare avanti. Di vivere nel ricordo.

Inizialmente è stato bello rivedere tutte le persone perse durante il viaggio gli esploratori, Gustave… Ma all’ingresso di Verso sul palco, pronto a suonare il pianoforte dopo che ci aveva implorato di lasciarlo andare, praticamente trattato come una marionetta, mi ha colpito peggio di un pugno nello stomaco.

Ho preso una decisione della quale mi sono amaramente pentito. Sto scrivendo questo pezzo giorni dopo aver finito il gioco, e non riesco a togliermi da davanti agli occhi la sofferenza di Verso.

Anche oggi, questi stupidi giochini ci stanno insegnando qualcosa. Chiunque soffrirà per la morte di qualcuno, ma l’unica vera scelta, quella che davvero fa bene al cuore, è quella di continuare a vivere le gioie della vita, anche per chi purtroppo non c’è più.

Questo articolo è frutto dell'iniziativa Crowdsourcing sovversivo di Gameromancer. Che è 'sta cosa?