La porta si chiude con fermezza, il debole rumore delle chiavi nella toppa. Molti si sarebbero già mossi, dilettanti. Questo è l’errore più comune.
Devi attendere il cancello, la macchina che parte e sparisce al di fuori della tua visuale imboccando l’uscita della rotonda davanti casa. Dentro di te ora sei pregno di un’eccitazione che prende possesso dei tuoi pensieri e molto probabilmente, anche se non lo puoi vedere, si tramuta in un sorriso sardonico stampigliato sul tuo volto di bambino che sta accogliendo i primi peli della pubertà prossima al compiersi.
La porta i tuoi l’hanno chiusa a chiave, funesta conseguenza di una bolletta del telefono troppo cara, ma tu ne hai una di scorta, la inserisci con la cura di uno scassinatore. Entri ed è li, in tutta la sua grigia maestosità con il monitor nero-verdone che ti guarda complice.
Ti avvicini senza far rumore anche se non c’è nessuno in casa. Rimuovi la copertura della tastiera e sfiori il pulsante di accensione.
Un clack sordo e senti il ronzio dell’alimentatore e dell’hard disk che si mettono in movimento. In una sorta di anticipazione del piacere stesso stai già pregustando le due ore che verranno. Uno sfarfallio, un susseguirsi di check, la barra di caricamento ed infine la luce blu dello schermo illumina la stanza buia. Dai uno sguardo alle cornette del telefono per controllare se sono inserite bene, tutto a posto e ti connetti. O meglio, avvii la litania, al quale mentalmente ti unisci ritmandola, in una sorta di arcaico rituale di proiezione extra-sensoriale, in cui le lucette del tuo modem ti accompagnano sottolineando ogni arco del suono e poi, finalmente, sei dentro, sei connesso.
Ti sposti con il cursore verso l’icona del client, ma percepisci degli scossoni nel mouse. Lo prendi, lo capovolgi e sviti lo scomparto della pallina, preghi di trovare della polvere sui rulli, anche perché altrimenti significherebbe che si è ovalizzata la sfera. Appena apri, vedi subito lo sporco, tiri un sospiro di sollievo, pulisci e lo rimonti. Ritorni al client e ci clicchi sopra subito. Inserisci user e password ed entri.
Te l’ha fatto conoscere Stefano appena qualche mese fa, appena entrato in prima superiore, da allora è stato l’approccio a quella socialità che ti mancava nei videogiochi, fino a quel momento fatti solo di pensieri solitari e solo raramente qualche sporadico tentativo di partite in LAN.
Vedi che alcuni membri della tua gilda sono connessi, ottimo. Sai che saranno due ore di evasione dalla tua vita, saranno le due ore che davvero contano nella tua giornata.
Sai che per due ore sarai di nuovo felice.
Questo articolo è frutto dell'iniziativa Crowdsourcing sovversivo di Gameromancer. Che è 'sta cosa?