La prima volta che in Red Dead Redemption 2 cavalcai verso Saint Denis con Dutch, ero appena sopravvissuto a una serie di rapine. Avevo un buon gruzzolo in tasca, e Arthur era decisamente pronto a spenderne una parte.
Piuttosto che spenderli in futili armi e abiti, però, pensai di investire in un nuovo compagno di viaggio.
Nota: ovviamente, quando ho scritto questo articolo, non avevo ancora finito la storia di Arthur, e non avevo ancora giocato la sua missione finale.
Appena vidi quel cavallo, mi resi conto che saremmo stati amici per molto tempo: classe Elite, velocità e accelerazione impareggiabili, e un manto scuro come la notte. Valeva assolutamente quei $1,000, e anche di più.
Decisi di chiamarla Brumhilde, principalmente perché avevo giusto rivisto Django Unchained la sera prima; e, da quel momento in poi, Brumhilde mi avrebbe seguito attraverso mille pericoli, mentre il nostro legame (sia a livello di gameplay che metaforico) diventava più forte e solido.
Mentre cavalcavo per le pianure e la paludi attorno Saint Denis, capii finalmente quello che il gioco stava cercando di comunicarmi: più è raro il tuo cavallo, più tempo dovrai spendere cercando di portarlo al Livello Legame 4.
Per darti un’idea, diciamo soltanto che ho iniziato a legare con Brumhilde all’inizio del quarto capitolo, e che sono riuscito a raggiungere il massimo livello a metà del sesto. Sarebbero almeno 20 ore di gioco, se si includono sidequest e generali vagabondaggi attorno a Saint Denis, una buona porzione spesa a dorso di cavallo.
Tuttavia, e mi perdonerai il francesismo, Brumhilde e io abbiamo vissuto un fottìo di situazioni insieme. Siamo andati a caccia di animali e uomini, abbiamo cavalcato attraverso le pianure e siamo fuggiti dalla legge più di un paio di volte. Quel cavallo iniziava a piacermi, checcazzo.
E poi, arrivarono i Cacciatori di Taglie.
Arthur ha anche tentato di impressionarla mirando a un topo vicino e mancando ogni colpo, ma quella è un’altra storia.
A questo punto del gioco – ed eviterò gli spoiler –, chi lo ha giocato sa benissimo quanto faccia male seguire Arthur in giro, e quanto possa diventare difficile una sparatoria. Dunque, visto che eravamo praticamente ricercati morti o vivi in diversi Stati, un gruppo di Cacciatori di Taglie ha ben deciso di farci una visita di cortesia, proprio mentre cacciavamo un alce leggendario.
Il galoppo degli zoccoli all’orizzonte echeggiava il frastuono dai cieli in tempesta. Stava per mettersi davvero male, dunque Arthur ha dec ho deciso di mandar via Brumhilde. Piazzai diversi buchi in quegli avidi figli-di-puttana, e il silenzio tornò a regnare sovrano.
Dutch poteva aspettare. Marko Dragic è scritto semplicemente troppo bene per essere ignorato.
Brumhilde e io cambiammo direzione e iniziammo a cavalcare verso nord. Sfortunatamente, avrei presto avuto modo di pentirmene.
I Cacciatori di Taglie tornarono, questa volta con tre segugi e diverse pistole in più. Ero circondato, in inferiorità numerica, e completamente all’aperto, con i cacciatori ormai troppo vicini per essere ignorati.
Combattei duramente. Tirai fuori il mio fucile semi-automatico e iniziai a far volare qualche cervello, come petali trascinati via dal vento. Tutto sembrava andare per il verso giusto.
Ma non fui abbastanza previdente. Feci un errore, e permisi ai Cacciatori di fare abbastanza danni a Brumhilde da disarcionarmi e stramazzare al suolo, agonizzante, in attesa del mio aiuto per riportarla in vita.
In preda all’ira, tirai fuori il mio fucile ancora una volta, e iniziai a sparare a chiunque fosse in vista. Brumhilde mi guardava da poco lontano, nitrendo e soffrendo e muovendosi al limite tra la vita e la morte.
Non lo vidi arrivare. Uno dei segugi mi caricò da un lato, troppo velocemente, troppo ferocemente. Non ebbi neanche il tempo di alzare il fucile verso quel dannato cane: quando lo vidi, era già troppo tardi. Il segugio mi saltò alla gola, con Brumhilde ancora al suolo. Non riuscii a liberarmi dai suoi morsi: uno, due, tre, e giù. Arthur era morto.
Non ero preoccupato per Arthur. Diamine, il povero bastardo è morto così tante volte nella mia partita che sicuramente non gli importava di respawnare un’altra volta.
Nel momenot in cui lo schermo di caricamento sbiadiva nei colori del gioco, mi accorsi che l’icona di Brumhilde era stata rimpiazzata da una sella nella mappa – la stessa icona che indica una sella abbandonata e senza cavallo.
Mi colpì duramente. Mentre il mio cavallo temporaneo spawnava accanto a me, mi resi conto che Brumhilde non c’era più. Ore e ore di gameplay spese a tentare di portarla al massimo livello erano svanite. Ma una parte della mia ira veniva da altro: sapere che avevo perso così tante ore con quel cavallo, e che adesso era sparita – forse per sempre.
Ricaricai disperatamente il salvataggio automatico, solo per rendermi conto che il gioco aveva salvato nel momento della mia ultima morte. Il mio ultimo salvataggio manuale risaliva a dieci ore prima, e non era assolutamente un’opzione.
Non c’era nessuno in casa al momento che lo potesse confermare, ma sono abbastanza sicuro di essere diventato vermiglio dalla rabbia. Rabbia per il gioco (era tanto colpa mia quanto sua per aver perso un cavallo così), rabbia per quei cacciatori di taglie sbilanciati, rabbia per quel fottuto cane che ha deciso di banchettare con la mia gola.
Avevo sinceramente creduto che Brumhilde mi avrebbe accompagnato fino alla fine, nelle ore spese con Arthur. Sembra che non succederà, dopotutto.
E, mentre pensavo tutto ciò, il cavallo che stavo conducendo cavalcava lentamente e al suo passo. Il che mi fece sentire la mancanza di Brumhilde ancora di più: come ho fatto a giocare metà gioco con un destriero così lento? Perché non può andare più veloce, ora che ne ho davvero bisogno?
E poi, giunsi infine alle stalle.
Nessuna traccia di lei nelle stalle o nella mappa, solo una sella abbandonata su un cavallo a cui non apparteneva. Una parte di me voleva chiudere il gioco in quel momento, lasciarlo lì per una settimana e poi ritornare. Ma vidi che le stalle avevano un’altra cavalla Araba scura, che somigliava parecchio a Brumhilde – se non per qualche segno in più sul muso.
Corsi da un ricettatore vicino e vendetti un prezioso orologio per centinaia di dollari, poi rapinai il registratore di cassa e fuggii. Corsi alle stalle e comprai il nuovo cavallo; ben cosciente che non sarebbe mai stata come Brumhilde, ma che forse avrebbe comunque potuto ricordarmela ogni giorno.
Benvenuta al mondo Brumhilde II. Mi prenderò cura di te, questa volta.
Non posso cambiare il passato. Brumhilde è morta, e mi ci è voluta qualche ora per accettarlo pienamente. Dover ricominciare da zero con un nuovo cavallo era scoraggiante, ma non ho dubbi che riuscirò a legare anche con Brumhilde II. Mi ci vorrà molto tempo, ma potrei persino riuscirci prima di finire il gioco.
Per come è programmato e scritto Red Dead Redemption II, ogni azione richiede diverso tempo per essere completata. Potrei esserti sembrato melodrammatico a tratti, ma è così: per via del sistema di Legame connesso ai cavalli, un giocatore potrebbe davvero affezionarsi a uno dei suoi compagni di viaggio più fidati.
Brumhilde non era soltanto un “cavallo virtuale”: era un cavallo virtuale con cui ho speso ore, in maniera simile a quanto feci con Agro in Shadow of the Colossus anni e anni fa. Quando buona scrittura ed eccellente game design si incontrano, è normale preoccuparsi per i nostri amici virtuali. E Brumhilde meritava di seguire Arthur fino alla fine.
Addio, mia cara amica. Mi mancherai.
Questo articolo è frutto dell'iniziativa Crowdsourcing sovversivo di Gameromancer. Che è 'sta cosa?