Disclaimer: il seguente articolo contiene una dose di carboidrati e giochi di parole a cui il vostro corpo non può essere abituato. Fuggite, finché siete in tempo.
Perché sto per parlarvi del RockStation 8591 Cafe? Mettetevi comodi, che la prendiamo alla larghissima, va..
Se fai carbonara con la pancetta e/o senza pecorino, sei un criminale. Se metti l’ananas sulla pizza, stai compiendo un insensato atto di scelleratezza contro l’umanità. Se ti piace il sushi con il philadelphia, sputi su millenni di tradizione millenaria e istighi il più grande harakiri di massa dalla messa in commercio di PlayStation Vita. Ma se stai facendo un panino, beh, se stai facendo un panino allora hai tra le mani la chiave per la tua libertà. Puoi letteralmente mettere il cazzo che ti pare tra due fette di pane, e nessuno avrà mai da ridire. In nessun caso. Il panino è la massima espressione dell’arte culinaria e l’arte culinaria — fanculo libri, film e videogiochi — è la massima espressione tra i media.
Esperimento sociale, prova a rigiocarti The Last of Us. Ti aspetto qui, ci vediamo fra 15 ore. Fatto? Bene, avrai notato che non è stato come la prima volta. Per consolarti, chiedi a tua madre di cucinarti il suo famoso tiramisù. Buono, eh? È lo stesso di quando avevi sei anni e te lo gustavi guardando Game Boat, dopo una cena estiva assieme a tutti i parenti. 2000 anni di evoluzione e possiamo replicare all’infinito praticamente tutto. Ma solo il cibo si può ripetere davvero.
Questa prima tappa del tour alla ricerca della felicità e del colesterolo ci porta sostanzialmente a due passi dal posto geograficamente inutile dove ho comprato casa. In un altro posto geograficamente inutile dove però sostengono di fare bene da mangiare. Se vivete in qualche posto più in di Coseano (Provincia di Udine) tipo Roma o boh, Cernusco sul Naviglio, mi spiace per voi. State per assimilare un sacco di informazioni inutili e foto di cose che vi faranno venire una fame malvagia e invincibile.
Non ho mai capito perché nelle recensioni di TripAdvisor dei posti dove si va a mangiare si inizi a parlare di arredamento, ‘che alla fine mi interessa se vale la pena spendere parte del mio stipendio in questo posto o no. Vi basti sapere che il RockStation 8591 Cafe è addobbato in stile più o meno rock, con qualche chitarra appesa ai muri e un po’ di foto/stencil/citazioni prese da quell’immaginario lì. C’è anche un flipper, se volete buttare monetine come se fossimo tornati agli inizi degli anni ‘90, in quella sala giochi cittadina che ha chiuso proprio il giorno in cui avevate deciso di finire Metal Slug II. Traumi a parte, se avete cercato su Google “RockStation 8591 Cafe” è perché volete sapere qualcosa della cucina. E siccome non ho assolutamente idea di come sia arredata, la loro cucina, non ci resta che scoprire se posso fare il food blogger o dovrei limitarmi a parlare di giochini. Da un menu tendenzialmente abbastanza ricco, con pure una sezione gourmet chi vuole passare una serata dal mood Tempesta77 — se non l’hai capita, iscriviti al gruppone Telegram — scelgo un AC/DC Burger. La regola d’oro vorrebbe che quando vai in un posto ordini il piatto che ha lo stesso nome del locale. Ma il “title sandwitch” (il RockStation Burger) in questo caso è per soli senza Dio: un hamburger con dentro un uovo all’occhio di bue (che inevitabilmente cola e smolecola il pane) vuol dire ridursi come un fottuto Vietcong. E se proprio devo andare così ad est, vado ad ingozzarmi di pesce crudo con la philadelphia (sucate).Per non farmi mancare niente, butto un po’ di modificatori stile rpg e crafto un panino così:
Il risultato è la mostruosità qui sopra. Una mostruosità che — #nohomo — farà fatica ad entrarvi in bocca, e che comunque inevitabilmente finirà per sfaldarsi mentre la prendete a morsi. Una perfetta metafora della nostra vita. Ad un certo punto infatti di solito rinuncio ed eseguo un’operazione a pane aperto sull’hamburger, togliendo uno dei due medaglioni di carne (visto che non è il Vietnam, a tavola ci mettono anche le posate). Le patatine, fornite di default con ogni panino, vanno affrontate rigorosamente prima: dopo l’hamburger si ha a malapena la voglia di vivere, figurarsi di mangiare altro cibo (per quanto possa valere l’equazione fritto = amore). È questo il cuore dell’esperienza, e basta scaricare il pdf del menu per accorgersene: gli appetizer alla fine sono abbastanza generici e i dolci pure — anche se la torta Oreo va moralmente ordinata ogni volta —, per cui si punta tutto su quello che sta tra le due fette di pane. Si punta e si vince, perché ci si accorge che chi sta in cucina ci ha messo impegno (e finanche un po’ d’amore) in quello che è finito nei nostri piatti, e non ci sono scelte al risparmio come capita in altri locali. Qualcuno magari recupera il pane in outsourcing, o peggio ancora usa quello surgelato. Oppure usa del bacon non eccezionale, che tanto è roba che sfrigola nel proprio grasso e quindi non può venire fuori non commestibile. Qua non c’è niente fuori posto e niente che si abbia voglia di cambiare, ci si alza dal tavolo e si va al bancone a pagare — ok, a bere l’ultima prima di pagare — sazi e soddisfatti e alla fin fine si spendere relativamente poco. L’AC/DC Burger, senza variazioni, viene prezzato 13.50€, e la scottona comporta solo un euro di extra (4 euro invece il secondo hamburger). Con meno di 20€ si riesce a fare abbondantemente schifo e ad avere i sensi di colpa per tutto il resto della settimana.