SegheMentali Join The Rebellion

Qualunque idiota può organizzare un esercito convenzionale, gestire un'armata convenzionale, un sito convenzionale. Join the Rebellion

“Qualunque idiota può organizzare un esercito convenzionale, gestire un’armata convenzionale, un sito convenzionale. Io stesso ce l’ho fatta. Ma se volessi di più? Chi ha deciso la definizione di ‘convenzionale’? Chi ha dato ai pionieri le regole da seguire? Cosa c’era, prima di queste dannate regole?”


Meta-manifesto? Dichiarazione di intenti? Sega mentale?

Tutto si fece bianco. Perché? Solo dopo qualche istante seguì la sensazione di polvere e mobile IKEA in bocca, e fu chiaro che l’uomo in nero gli aveva sbattuto la testa sul tavolo. Sopra quei maledetti fogli di carta ormai vermiglio che lo avevano incastrato. F*ttuto dalla carta stampata… Un perfetto contrappasso, per qualcuno che campa – campavaparassitandone l’esatto contrario.

«Avanti, dov’è il QG della ribellione? Dove si nasconde lui

Non ne aveva assolutamente idea. Non di dove si nascondesse lui (lui chi, poi?), non di dove fosse il famigerato quartier generale. No. Direttamente di cosa diavolo fosse, la ribellione. Era solo un copywriter.
Il problema? Non gli credevano.

«Non lo so… Non so di cosa state parlando!»

Il guanto del potere picchiò prima ancora che potesse articolare le ultime sillabe. Altro rosso a decorare il tavolo dozzinale a cui ormai era ammanettato da ore, a coprirne la fredda e monotona perfezione con un po’ di autentiche usure di vita vissuta. Industria contro artigianato… Sarebbe stato poetico, se solo non si fosse trattato del suo, di sangue.

«Cristo, non ne ho davvero idea! Pensi che non avrei già ceduto se sapessi qualcosa?»

«Sarebbe una sceneggiata quasi credibile… Se non avessimo trovato questo.»

L’uomo in nero accompagnò la sua affermazione sbattendogli di nuovo la testa sul tavolo. Tanto per non lasciare dubbi su a cosa si riferisse dicendo “questo“, o più probabilmente per il gusto di abusare della sua posizione dominante.


Per approfondire:
About Gameromancer
«Ti ho già detto che non ho nulla a che fare con questa cazzo di ribellione. Avete solo trovato le bozze per una pagina “about” di un sito web!»

«Mi prendi per il culo? “Esercito.” “Armata.” Secondo te dovrei credere che il “sito” di cui stai parlando sia un sito web? È chiaramente gergo militare!»

Maledetto il suo gusto per il tragico. Avrebbe dovuto puntare su qualche nerdata, citare Guerre Stellari o che ne so, Quella sporca dozzina. E invece.
E invece stava prendendo mazzate da tre giorni, chiedeva un computer da due, e probabilmente non avrebbe retto per un altro.

«È una chiara violazione delle nostre leggi. Leggi che sono così dagli albori! Le cose si sono sempre fatte così, e andare contro la tradizione è andare contro il Leader.»

«Già, sono sicuro che in questi venti o trent’anni il mondo non sia assolutamente cambiato. Perché mettere in discussione tutto, quando ci sono piovute le tavole dei comandamenti dal cielo?»

Un po’ se l’era andata a cercare, bisogna ammetterlo. Idee sovversive e faccia da c*lo erano una pessima combo. Soprattutto per uno che non aveva assolutamente idea del casino in cui si era cacciato. Tutto per uno stupido portale web da fighetti hipster

«Hai vinto un paio d’ore in Rieducazione.»

Rieducazione. Ore e ore a leggere una serie di articoli scritti allo stesso modo, le stesse idee raccontate in modo solo apparentemente diverso – e guai ad uscire dal seminato. Ore ed ore ad imbruttirsi, perché spendere il proprio tempo a quel modo era imbruttirsi.
Era scivolato in quel torpore acritico da più di cinque ore. L’unica luce era quella di cui avrebbe fatto volentieri a meno, quel monitor che pixel per pixel cesellava mediocrità. Era f*ttuto, in poche parole. E proprio quando aveva toccato il fondo, la luce si spense per lasciare spazio a delle scritte in bianco su sfondo nero, in un mondo che da sempre e per sempre doveva essere nero su sfondo bianco.

/** Algoritmo di conversione dei voti **/ Sciocco umano. Il voto è obsoleto. Non ti è mai servito. E non te ne sei mai accorto.
La scala in ludomanti è più vaga, l’informazione viene crittata; invece di discutere di mezzo punto in più o in meno, dovrai domandarti quanto vale la pena spendere.

Da 0 a 3: un Ludomante arrabbiato

Da 3.5 a 6: due Ludo-meh-nti

Da 6.5 a 7.5: tre Ludomanti felici

Da 7.5 a 9: quattro Ludo[a]manti

Oltre il 9: cinque Ludomanti a stella


>Press start to #JoinTheRebellion

Era impazzito. Lui era impazzito, o era impazzito il mondo. Poco cambiava, arrivati a questo punto. Lo scoppio improvviso alle sue spalle, le urla dei suoi carcerieri, non facevano altro che confermare tutto questo: la sua sanità mentale era uscita a comprare le sigarette, e considerando che non aveva mai fumato, l’aveva abbandonato con una scusa abbastanza patetica.

«Spegnete le console! È arrivato!»

Rumore di ventole fuori giri, led gialli, anelli rossi. Morte.


Rumore di cavi divelti dalle prese SCART, di controller scollegati dalle unità centrali. Rumore di elementi familiari, ma re-immaginati in modo creativo, nuovo. Anticonvenzionale.
E al centro di tutto, lui. Un messia ateo mandato sulla Terra da nessun Dio in particolare, per predicare dove non richiesto. Barba incolta, capello alla John Romero e un solo occhio, un ciclope di luci al neon a brillare dietro un visore. Reale o virtuale?

«Chi sei?»

Non era sicuro di essere stato sentito, al di sotto della baraonda della battaglia appena combattuta, della fortezza appena messa a soqquadro.

«Siamo il Gameromancer.»

Press start to join the rebellion…
join the rebellion