Uno scenario in cui non compriamo più i videogiochi e giochiamo solo su abbonamento si può descrivere solo con due parole: bella merda. Se si gioca solo su abbonamento si gioca a quello che decide chi l’abbonamento lo offre, con tutti gli scenari del caso da quelli più dispotici dove alcune tematiche di default le teniamo fuori perché rompono il cazzo al mercato cinese fino a quelli più capitalisti dove spingiamo soprattutto sulla roba che va.
Il 2D ridotto ai minimi termini, Castlevania trasformato in quella merda di Lords of Shadow. Ci ha salvato quell’indie che un po’ alla volta ha dimostrato che i metroidvania classici avevano ancora mercato eccome, vallo un po’ a dire a Hollow Knight. Ci hanno salvato quelle sparute libere iniziative a perdere, dove Sony decide di fare uscire comunque The Last Guardian anche se vende meno copie di Pac-Man e le Avventure Mostruose. Solo che adesso l’indie è sempre più in mano alle corporazioni e di nuovi The Last Guardian non se ne vedono più, l’esclusiva da 100 milioni di dollari deve piacere a tutti e alzare 20 milioni di copie.
Gli Unpacking e i Tunic portati alla massa, cose sperimentali come Exo One che si possono consigliare perché tanto alla fine mica lo paghi, sparatele quelle 3 ore di famolo strano. Ma quando questa roba viene rimossa dall’abbonamento per dar spazio ad altro, saresti disposto a spendere dei soldi per recuperarla? E se questa possibilità venisse rimossa?
Non è poi così fantascientifico, se pensiamo a quanti videogiochi distribuiti solo in digitale adesso non esistono più. Perfino roba grossa che ha segnato la storia recente del medium tipo Infinity Blade.