Io vorrei capire che cazzo perdi tempo a googlare stronzate tipo “A Short Hike recensione” quando potresti tipo giocartelo direttamente. Costa 8€. Se davvero sei diventato così arido videoludicamente parlando per cui ti si stringe il culo pure a spendere ‘sti due soldi, rivaluterei la lunga serie di errori che ti ha portato qua. Anzi, rivalutiamola sul serio. Tanto di A Short Hike non è che ci sia granché da dire in una recensione. Cosa cazzo puoi comprare di meglio con 8€? Non ti ci paghi manco più una pizza, ‘che con un deca non ci puoi andar via già dal ’92.
Gli sbatti e gli smeni. La dipendenza dalla tecnologia e la tua felicità che dipende da quanti like fa la tua ultima foto del cazzo su Instagram. La necessità di staccare per chi non stacca davvero mai, specie quando tutte queste stronzate servono a riempire la tua vita con gesti che sai benissimo essere vuoti. Ma sono comunque meglio dei brutti pensieri che faresti abbandonato a te stesso. A Short Hike è la storia di una giornata qualunque in una località di villeggiatura qualunque.
C’è una motivazione più profonda dietro questa mini-fuga dalla vita reale di tutti i giorni, ma in fin dei conti non è manco così importante. E la vita reale di tutti i giorni in fondo non è manco così reale. Forse la vita vera in realtà è questa, quella che fai quando finalmente stacchi e vai in vacanza e metti le palle ammollo in qualche posto caldo. Perché non vuoi credere che il vero te stesso sia il Milanese Imbruttito di cui fai il cosplay 350 giorni l’anno. Quella è solo la maschera corporate che il migliore dei sistemi possibili ti costringe a indossare 8 ore al giorno più pausa pranzo e apericene con gli altri imbruttiti dell’ufficio. Altro che dittatura sanitaria del cazzo.
I videogiochi sono escapismo. Lo sai da sempre, da ben prima di aver sentito una parola stramba come escapismo. Ogni volta che la vita ti prende a calci nelle palle, che per un motivo o per l’altro hai bisogno di una vacanza ma non c’hai i soldi/il tempo/i mezzi per scappare, beh, giochi. Hai sempre giocato. Probabilmente continuerai a farlo. Quello che la gente non capisce è che quella voglia di staccare non esclude quella di scoprire. Metti su A Short Hike perché t’han detto che è un’esperienza scaccia i pensieri come uno scacciapensieri sardo, ma senza scammarti con i prezzi da turista della Costa Azzurra. Ed è vero, è così. Ma è anche molto di più.
Per il resto cazzi tuoi. Sta a te scoprire tutto il resto, ad iniziare da dove esattamente sta la montagna. Come ci si arrampica e come raccogliere abbastanza stamina per arrivarci, come aiutare gli abitanti che trovi in giro e soprattutto se farlo. Perché A Short Hike è ridondante, è pieno di roba che è lì ma non ci fosse non cambierebbe nulla. Però c’è, puoi farla, puoi usarla per scoprire nuove meccaniche di gioco, nuovi posti, per passare il tempo.
Adesso potrei farti la conta dei contenuti, dirti che ci sono 20 piume d’oro e due d’argento e che quelle d’argento una volta sbloccate rendono il gameplay assuefazione pura. Vedere quante missioni ci sono e quanti mini-giochi puoi giocare qualora ti cacassi il cazzo di scarpinare in giro per la mappa.
Però stocazzo che mi metto a smontare una cosa come A Short Hike. Quando entri in un museo ti chiedi quante opere sono esposte? Domanda del cazzo, non entri in un museo da che hai finito le scuole dell’obbligo, vero? E torniamo al discorso che forse il te stesso feriale non è davvero te stesso. Starai pensando che palle i musei, e chi ce l’ha il tempo e un sacco di altre palle che ti sei ripetuto per tirare avanti finché adesso non ci credi pure. Provaci.
Dopo che c’hai provato accetto che mi dici che non è roba per te, che hai bisogno di giochi lineari che durino un miliardo di ore e non di un sandbox che volendo in due ore hai chiuso. Io l’ho finito praticamente appena messo su, A Short Hike. E ci sto giocando ancora perché è pazzesco. Non platinavo nulla da una vita, da ben prima di comprare PS5 e decidere che ormai sono troppo vecchio per queste stronzate. Platinare A Short Hike però mi sembra giusto. No, non giusto. Naturale.