Vent’anni che vi mettono in croce. Messi alla gogna per aver osato manifestare il dissenso contro una profezia che adesso chiamiamo presente. Il senso di colpa di chi è rimasto incensurato o banalmente respira ancora. Quello di inadeguatezza che accompagna il fallimento di una generazione di cornuti, mazziati e dimenticati. E in tutto questo non avete voluto capire un cazzo perché voi, voi per primi, perpetrate lo stesso errore che avete vissuto sulla pelle. Continuate ossessivamente a ridurre qualunque avvenimento a un gesto, un simbolo, un momento.
Lo stesso giustizialismo da due soldi che v’ha dato dei coglioni perché in fondo Giuliani quell’estintore mica lo stava portando a spasso e un po’ se l’è cercata. E se se l’è cercata lui vale un po’ anche poi voi a cui hanno solo lanciato i lacrimogeni.
Se Greta Thumberg alla tele vi fa bofonchiare qualche stronzata sul fatto che sia più personaggio che sostanza. Se quando Sony dopo che delle merde incartate in una divisa hanno ammazzato George Floyd sposta di una settimana il reveal di PS5. Vent’anni fa eri un No Global e ce lo avevate detto che sarebbero arrivate le Zaibatsu, e adesso queste sono più impegnate di voi.
Continuate a non capire un cazzo, se cercate ossessivamente il pelo nell’uovo per screditare la causa attraverso le persone, per il semplice fatto che la causa non è la vostra. E mi va bene che non sia la vostra. Che vi siate imborghesiti o più semplicemente arresi, perché dopo quello che v’hanno fatto non so cosa avrei fatto io che a Genova non c’ero. Non vi chiediamo di lottare ancora. Non ne abbiamo nessun diritto, forse manco possiamo capirvi.
Voi però noi sì che dovreste capirci. Perché siamo voi vent’anni fa.