La recensione in due parole di Llamasoft: The Jeff Minter Story “è tutto quello che bisognerebbe fare per preservare davvero i videogiochi ma non possiamo fare perché viviamo in una società, ed è per azioni“. Non servirebbe aggiungere nient’altro.
No.
Non è vero. È decisamente il caso di aggiungere altro e di spiegare quanto forte ho sentito il paradosso della preservazione giocando Llamasoft: The Jeff Minter Story, con buona pace dell’idea canonica di recensione. Tanto siamo su Gameromancer, il meglio lo diamo in una rece, la recensione da very giornalisty la lasciamo a quegli altri lì che di base leggono solo i vecchi.

Ecco, i vecchi. Llamasoft: The Jeff Minter Story non è una roba per vecchi scoreggioni nostalgici

Preservazione Quello della preservazione è un vecchio pallino da queste parti. Quasi un cavallo di battaglia, in realtà. Va detto che ci penso da che ho giocato la Master Chief Collection di Halo la prima volta, ma il pensiero ha preso forma solo poi.

Si farebbe presto a etichettare tutto come la solita Operazione Nostalgia per vendere su Steam o su PlayStation roba a chi ancora non ha superato gli anni di Commodore 64. O quelli di Apple II, di ZX Spectrum o di *prego inserire l’anticaglia da videoludo su cui ti fai ancora le seghe*. L’idea invece è un’altra: ti presento Jeff Minter, un pazzo scriteriato che ha iniziato a fare videogiochi perché gli è venuta la pericardite. Che grazie ai videogiochi poi ha mandato in culo l’università, e ne ha prodotti pure una ventina mettendosi in società con sua madre (Hazel Minter). Il massimo del coinvolgimento che ho ottenuto dalla mia parlando di videogiochi è stato il permesso di comprarle una Nintendo Wii.

Un pazzo così scriteriato da rimanere indie per tutta la vita, fino ancora ad oggi. Era indie anche quando nel maggio del 2017 rilasciava Polybius per PlayStation VR e così facendo finiva per farsi scoprire pure da me, una persona che la scena PC all’epoca la conosceva solo perché a Sistemi Operativi all’ITI ti facevano studiare l’8086 di Intel. Da qualche parte su I Love Videogames deve esserci ancora la recensione, quali erano le probabilità che 7 anni dopo avrei scelto di scrivere una recensione di Llamasoft: The Jeff Minter Story? Quali erano le probabilità che continuassi a voler scrivere di videogiochi per così tanto tempo, 1/3 della mia vita che ha accelerato così di brutto anche per via dei videogiochi?

Leggendo i testi tirati fuori tra un giochino e l’altro – buona parte pure dimenticabili, va detto, ma per capire Minter devi giocare Minter, se giochi solo le cose fiche di Minter al massimo sei un poser – ho realizzato che io e Jeff abbiamo tantissimo in comune. Penso di poter capire perché è rimasto indie tutta la vita. Di fatto lo sono anche io, se non per poche cose regalate a PoteriArcani La Rivista Ufficiale™ (al secolo The Games Machine) che ogni tanto mi perseguitano, perché quella recensione a due di Pokémon con Fra sarebbe stato una grandissima MemoryCard.

Se Llamasoft: The Jeff Minter Story può esistere è proprio perché Minter ha il controllo di tutta la sua produzione

Morte delle esclusive A riascoltare oggi ‘sto DLC 11 del podcast viene da ridere. L’avevo detto che sarebbe finita male. È successo per motivi completamente diversi, ma è successo lo stesso.

Si è fatto una nomea negli anni e in una scena in cui erano quasi tutti solo-dev, per cui attribuire la paternità di tutto quanto usciva da Llamasoft a Minter non era una mancanza di rispetto nei confronti di nessuno. Oggi i videogiochi sono oggetti complessi, e nemmeno l’opera di Hideo Kojima – perdonami HiDio perché ho peccato scrivendo questo – si può ridurre esclusivamente a lui. Me ne sono accorto sempre in quella che sembra un’altra vita, giocando Mighty No. 9 e accorgendomi di come Keiji Inafune lasciato a sé stesso su Kickstarter non fosse in grado di produrre un clone di Mega Man manco con 4 milioni di euro a disposizione.

Ma anche se per assurdo si decidesse di fare un’opera sulla falsariga di Llamasoft: The Jeff Minter Story dicendo che vabbé, invece di parlare di uno stronzo solo parliamo di tutto lo studio, sarebbe comunque molto difficile. In un box qui sopra citavo la Master Chief Collection di Halo. Sembrava una reference a caso, visto che non ho nemmeno spiegato il salto logico che mi ha portato a quella frase. Eccoci. Fare qualcosa come il giochino di cui sto scrivendo una recensione ma usando come soggetto Bungie sarebbe impossibile. Bungie adesso è un PlayStation Studios, Halo è di Microsoft. Forse l’unica cosa che Microsoft tiene davvero rimanga davvero esclusiva Microsoft.

Se Bungie volesse produrre un suo bioludopic, beh, non potrebbe. Bungie non possiede il suo stesso passato. Così come non lo possiede Kojima Production che lo ha lasciato a Konami. Non lo possiede Naughty Dog che lo ha lasciato a Universal che poi lo ha venduto ad Activision che poi lo ha venduto a (pausa ritmica) Microsoft, e quindi oggi col cazzo che potremmo vedere Nathan Drake giocare a Crash Bandicoot in Uncharted 4. Il videogioco è una questione di capitalismo. Di paroloni come “Proprietà Intellettuale” che però escludono il diritto dei creativi per tutelare quello delle aziende.

Super Mario l'ha inventato Miyamoto, ma continuerà a monetizzarlo Nintendo

La storia di Llamasoft: The Jeff Minter Story è questa, e non c’entra nulla con una recensione. È sbagliato raccontarlo in una recensione. O almeno, questa è la regola che hanno imposto le aziende, assecondando la nostra tendenza a giocare e stare zitti che dopo 8-9-10 ore di lavoro tutto sommato fa gran comodo anche a noi. E allora forse proprio per questo quello che sto facendo è giusto. È quello che mi ha insegnato Jeff Minter, nonostante a me delle anticaglie su cui ha forgiato il suo nome tutto sommato non m’è fregato mai un cazzo.

Però a botte di fottersene ecco dove siamo arrivati.
A non possedere più il nostro cazzo di passato.

quanto spendere
30 /30€
bignami per pigri
È tutto quello che si dovrebbe fare per preservare i videogiochi, eppure abbiamo costruito interi sistemi che rendono impossibile fare la stessa cosa. Perché?
top&flop
> QUESTA è preservazione

> Purtroppo il capitale ti ride in faccia se vuoi farlo con Bungie